December 11, 2023

Uqido: intervista a Pier Mattia Avesani

 

Abbiamo incontrato Pier Mattia Avesani e gli abbiamo posto un po’ di domande sulla sua startup: Uqido.
Ci racconti qualcosa di te e del tuo percorso professionale che ti ha portato al lancio di Uqido?
Mi chiamo Pier Mattia Avesani e sono cofondatore e General Manager di Uqido Srl.
Ho studiato Informatica Multimediale presso l’Università di Verona ed è proprio in questo Ateneo che è iniziata la mia avventura da startupper. Allo studio universitario ho infatti affiancato questo ambizioso progetto imprenditoriale e nel 2009 – nel pieno della mia carriera universitaria – ho lanciato la prima installazione pilota del sistema Uqido presso le Segreterie dell’Università.
Prima di fondare l’azienda nel 2010 ho collaborato con Darkside Studio per la realizzazione di progetti multimediali di computer grafica e con diverse società internazionali di cui sono stato consulente informatico.

 

 

Cosa fa e quale problema risolve la tua startup?
Uqido nasce per risolvere il problema delle code e delle sale d’attesa, delle problematiche che purtroppo affliggono la maggiore parte delle strutture pubbliche e parte di quelle private del nostro Paese. Con Uqido gli utenti ed i clienti possono invece evitare la coda ed eliminare le perdite di tempo prenotando il proprio turno e ricevendo aggiornamenti in tempo reale sull’avanzamento della coda via semplici sms di testo.
Forti dei traguardi raggiunti nel 2011 (abbiamo chiuso importanti contratti con aziende ospedaliere e dei trasporti), stiamo ora mettendo a punto una nuova linea di prodotti studiata per i grandi marchi. In questo caso l’sms diventerà un ulteriore canale a disposizione dei brand per coinvolgere i propri clienti in esperienze a valore aggiunto.

Quale modello di business adotta Uqido?
Uqido prevede la vendita di pacchetti di sms verso i propri clienti e in alcuni casi un costo di attivazione una tantum del sistema.

 
Chi sono i tuoi competitor cosa ha in più di Uqido?
Uqido è la prima azienda del mercato italiano ad avere sviluppato un soluzione elimina-code che utilizza una tecnologia alla portata di tutti come l’sms. Con Uqido è possibile infatti prenotarsi in qualsiasi momento alla coda di ufficio pubblico o di un’attività commerciale: ci si può registrare via sms, una volta arrivati davanti allo sportello, o anche qualche giorno prima da casa, comodamante dalla propria poltrona, sempre utilizzando un sms o via web. Senza code ed attese, la persona non deve fare altro che presentarsi quando sarà effettivamente il suo turno.
Uqido crea così un network di persone connesse via mobile al centro in servizio o all’attività commerciale.

Abbiamo deciso di portare i benefici di questa innovazione a più persone possibili ed ecco perchè la scelta dell’sms, una tecnologia semplice, con una curva di adozione veloce e dal costo competitivo. Abbiamo inoltre sviluppato una APP per permettere alle persone tecnologicamente più avanzate di prenotare il proprio turno, ma la consideriamo un accessorio aggiuntivo per differenziare la nostra offerta di prodotto. I nostri principali competitor sono i produttori di display e totem che hanno iniziato a produrre delle soluzioni similari ma che in realtà non liberano ancora le persone dal disagio delle code.

Un ulteriore punto che ci contraddistingue dai nostri competitor è il fatto che il nostro sistema si basa su una avanzata tecnologia brevettata frutto di studi e ricerche nel campo logistico e statistico che è in grado di definire in maniera esatta quando è il nostro turno allo sportello.

 

 

Ci descrivi il settore nel quale si muove la tua startup?
Uqido opera nel settore dei controllo di accessi fisici professionali automatizzati, un mercato business to business costituito da soluzioni high-tech.
E’ sotto gli occhi di tutti come il progresso tecnologico abbia portato immensi benefici in moltissimi settori tranne in quello della gestione dei flussi di utenza: se 10 anni fa code ed attese prolungate venivano tollerate, oggi non è più così. La mancanza di comunicazione ed informazione alle persone in coda sono percepite come sintomi di disorganizzazione ed inefficienza. E’ arrivato dunque il momento di fare qualcososa per permettere alle persone di riacquistare il tempo che ogni giorno perdono in coda.
Sono diverse le iniziative che dimostrano come vi sia bisogno di un tale cambiamento: dal progetto “Mettiamoci la faccia” promosso da Renato Brunetta per garantire uno strumento di rilevazione della customer satisfaction nella PA, a quello “Salta la fila” dell’INPS che prevede la digitalizzazione e telematizzazione di molti servizi entro Luglio 2012.
Si diffondono dunque sempre di più la necessità ed il clima per favorire il mercato di servizi elimina-code come il nostro.

 

Chi sono i tuoi soci in questa impresa? 
Uqido sta crescendo nell’incubatore tecnologico M31, dove trova le professionalità e le competenze per portare avanti il progetto imprenditoriale.
Alcuni dei soci di Uqido fanno parte di questo ecosistema manageriale, tra questi: Ruggero Frezza, Presidente di M31 che supporta con i suoi know how e network la nostra startup, e Fabio d’Alessi – CTO di M31 e amministratore della divisione R&D – che ci sostiene e supporta con la sua grande esperienza nel campo IT.
Il team di soci conta anche Alberto Silletti – Phd e co-fondatore, quotidianamente impegnato nel mantenimento del sistemo e nello sviluppo di nuove funzionalità.
Quest’anno abbiamo inoltre chiuso il secondo round di investimento con l’ingresso di due nuovi soci, due imprenditori seriali del Nord-Est d’Italia.

 

 

 

Quali risorse hai impegnato per partire in questa impresa?
Come tutti i progetti imprenditoriali, Uqido ha richiesto moltissime energie: io ed il mio socio Alberto Silletti abbiamo dato tutto il nostro tempo, la nostra forza e passione per far sì che l’idea non rimanesse un puro sogno ma diventasse una realtà aziendale concreta, capace di portare un’innovazione reale nel mercato.
Ovviamente il lancio ha richiesto anche un investimento economico inziale che è servito a registrare l’impresa ma in questo si sono affiancati da subito anche i soci che, come noi, volevano credere e crescere Uqido.

 

Di quali risorse avresti bisogno per portare a regime la startup?
Uqido ha ormai una linea di prodotti costituita da soluzioni elimina-code per strutture pubbliche ed attività commerciali. Ad oggi ciò che servirebbe sono una forte spinta commerciale capace di promuovere sul mercato le nostre soluzioni ed un maggiore investimento nella parte del marketing per mettere a punto la nuova linea di prodotti del 2012.

 
A quali Angel o Venture Capital ti sei rivolto e con quali risultati?
Il successo del progetto pilota ha convinto da subito diversi investitori a credere in noi. Primo fra tutti è stato M31, l’incubatore tecnologico di Padova che si sta rivelando un ottimo ecosistema dove crescere il nostro progetto.
A seguire hanno deciso di investire nel progetto altri due imprenditori, innamorati dalla qualità dell’infrastruttura Uqido e delle potenzialità del progetto.

 

Da qui a 3 anni cosa potrebbe diventare la tua startup e che numeri e fatturati potrebbe sviluppare?
Sono passati 2 anni dalla costiuzione di Uqido e possiamo ritenerci soddisfatti perchè già nel secondo anno di attività siamo riusciti a chiudere importanti contratti con Attività Commerciali e grandi Società che hanno deciso di utilizzare i nostri prodotti per gestire la propria clientela ed utenza. Tra questi alcuni nomi di rilievo sono ACTV, ULSS e ENI. Con quest’ultimo progetto inoltre abbiamo superato i confini nazionali giungendo nel mercato internazionale, un bel passo avanti per la nostra stratup.
Sulla scia di questi successi e tenendo conto il prossimo lancio di nuove linee di prodotto legate al settore del mobile marketing, prevediamo di chiudere il 2015 con un forecast di diversi milioni.

 
Indicaci le tue fonti di informazione sul mondo delle startup e dell’impresa in modo da condividerle con i lettori.
Seguo con molto interesse il flusso di informazioni che circola intorno al mondo delle startup. In particolare, seguo e partecipo alle conversazioni del gruppo Facebook Italian Startup Scene ed alla community Startup Business lanciata da Emil Abirascid.
Immancabili tra i miei feed ci sono poi HackerNews e Mashable.
Per lasciarsi ispirare consiglio invece il Tumblr di Startup Quote.
Startup italiane sulle quali investiresti oggi o che segui con sana invidia?
Quando un uomo è innamorato della propria donna, la Pamela Anderson o la Jennifer Lopez di turno non possono nulla al confronto. Stessa cosa per una Startup 🙂

 

Settori (oltre al tuo) da tenere in considerazione in futuro e dove ti piacerebbe muoverti per una eventuale tua prossima startup.
Il settore degli Open Data e il Crowd Sourcing sono dei campi esplorati ancora molto superficialmente, le vere potenzialità devono ancora emergere.

 
Elenca un po’ di cose di getto su cosa hai imparato facendo la tua startup e che vuoi condividere con i lettori.
Inutile dire che sono cresciuto molto in questi ultimi anni e che ho imparato moltissime cose.

Quello che ho imparato non è che un centesimo di quello che ancora imparerò, se ora posso dare due spunti direi:
per implementare un’idea di business bisogna davvero metterci anima e corpo, e crederci fino in fondo anche quando a guidare la nave sei da solo;
non bisogna vincolare la felicità al raggiungimento di un obiettivo. E’ importante essere felici mentre si cerca di raggiungere la meta. Sembra una frase retorica ma ci tengo a sottolineare questo concetto perchè il percorso da startupper conta anche molti obiettivi non raggiunti.

 

Un po’ di numeri su Uqido:

Data di ideazione: 2009
Data di lancio: 2010
Dove è ubicata: Padova, all’interno dell’incubatore tecnologico M31

Mangatar: intervista a Raffaele Gaito

 

Abbiamo incontrato Raffaele Gaito e gli abbiamo chiesto un po’ di cose sulla sua startup Mangatar.

 

Ci riassumi in poche righe chi sei e il tuo percorso professionale prima del lancio di Mangatar?
Mi sono laureato in informatica all’Università di Salerno con una tesi in Islanda nel campo dell’intelligenza artificiale. Ho fatto ricerca (e pubblicato) proprio nell’ambito degli avatar. Terminata l’università mi sono lanciato direttamente in un’esperienza imprenditoriale autonoma e ho fondato una piccola azienda di software con altri 4 amici (sviluppavamo app per iOS e web app in ambito B2B). La cosa è durata pochissimo perché mentre era in corso quella esperienza è venuta fuori l’idea di mangatar che alla fine ha preso il sopravvento. Abbiamo mollato tutto e ci siamo spostati li.

 

Cosa fa e quale problema risolve la tua startup?
Quando si parla di giochi, e di entertainment in generale, mi è sempre difficile rispondere alla domanda “quale problema risolve?”. Preferisco metterla sul piano che vogliamo affrontare alcune delle necessità più profonde dell’uomo: il bisogno di socializzare, il bisogno di giocare, il bisogno di liberare la propria creatività.
La nostra risposta a queste tre esigenze è un browser game. Un gioco di ruolo dove l’aspetto sociale e la creatività del giocatore sono elementi fondamentali.

 

Raffaele Gaito

 

Quale modello di business adotterete per monetizzare Mangatar?
Stiamo lavorando su più fronti. In ordine di importanza: freemium per gli utenti (giocano gratis, pagano per le funzionalità premium e i virtual goods); in-game advertising per gli inserzionisti (possono offrire degli elementi “griffati” per gli avatar); licenze del nostro generatore di avatar.

 

Avete dei competitor e cosa ha in più la tua soluzione?
Competitor ce ne sono tantissimi. Nomi che fanno paura solo a sentirli pronunciare. Sicuramente Zynga è il leader in questo settore. Poi ci sono tante altre realtà importanti come Gameforge, PopCap, Travian, ecc., molte delle quali sono europee.
Ci differenziamo sui due aspetti che citavo sopra: la socialità, la creatività. Il gioco è completamente immerso in un ambiente sociale e le dinamiche stesso richiederanno la costante interazione tra gli utenti. Per quanto riguarda la creatività, abbiamo un generatore di avatar (che è sicuramente uno dei nostri punti di forza) attraverso il quale l’utente potrà creare i propri personaggi che poi impiegherà nel gioco.

 

 

Ci descrivi il settore nel quale si muove la tua startup?
Il settore è quello dei browser game, in generale, e dei social game, in maniera più specifica. Penso che uno dei vantaggi di questo settore sia il fatto di non essere a somma zero. Le più recenti ricerche svolte nell’ambito dei browser game confermano che i giocatori sono abituati a giocare a più giochi contemporaneamente e, soprattutto, a spendere per diversi di essi. Questo significa che c’è spazio per le novità, nonostante la presenza dei colossi.

 

Chi sono i tuoi soci in questa impresa? 
Siamo in 5: Andrea Postiglione web design e CEO, Enrico Rossomando web developer; Michele Criscuolo mobile developer; Alfredo Postiglione fumettista; poi ci sono io che mi occupo dello sviluppo web e di business development.

 

Andrea Postiglione

 

 

Enrico Rossomando

 

Michele Criscuolo

 

Alfredo Postiglione

 

 

Quali risorse hai impegnato per partire in questa impresa?
Per adesso tutto il necessario è stato messo dai 5 fondatori, sia in termini di tempo/sviluppo che in termini strettamente economici.

 

Di quali risorse avresti bisogno per portare a regime la startup?
Penso che per un prodotto di questo tipo sia importante il momento nel quale chiedi i soldi e il motivo per il quale li chiedi. Il gioco, una volta completato, permetterà all’azienda di fatturare in tempi molto brevi. Ovviamente un intervento di un capitale esterno aiuterebbe tanto sia nell’accorciare i tempi di sviluppo che sulla velocità con la quale il prodotto scala.
Comunque, se vuoi sapere la cifra, la stima che ci siamo fatti è di 250.000 €.

 

Da qui a 3 anni cosa potrebbe diventare la tua startup e che numeri e fatturati potrebbe sviluppare?
Puntiamo a diventare un importante player nel settore dei browser game a livello mondiale. L’idea è di iniziare con un singolo gioco per poi dare il via ad una serie di giochi targati mangatar.
Puntiamo ad avere 2,5 milioni di utenti il primo anno e 9 milioni dopo 3 anni.

 

 

Indicaci le tue fonti di informazione sul mondo delle startup
Ce ne sono tanti. In ordine sparso ti dico i primi che mi vengono in mente: techcrunch, mashable, the next web, all things digital, gigaom, lifehacker, venturebeat…
Il tutto condito da tanto facebook e, soprattutto, tanto twitter.

 

Startup italiane sulle quali investiresti oggi 
Uhm…anche qui ce ne sono diverse. Nel settore dei giochi mi piace molto GoWar (mobile game geolocalizzato), in generale, invece, mi intrigano molto StereoMood (streaming musicale) e Urlist (content curation). Di tutte e tre le startup ho conosciuto personalmente i team in vari eventi sparsi per la penisola.

 

 

Settori (oltre al tuo) da tenere in considerazione in futuro e dove ti piacerebbe muoverti per una eventuale tua prossima startup
Sembrerà un’ovvietà ma dico content curation. Ci sono tante startup promettenti e il settore è molto in fermento. Poi da un po’ sono in fissa con pinterest quindi…

 

Elenca un po’ di cose di getto su cosa hai imparato facendo la tua startup e che vuoi condividere con i lettori 
Panico! Sono appena all’inizio di questo percorso e non penso di essere in grado di dare suggerimenti…dico giusto un paio di cose che ho imparato e di cui faccio tesoro:
Il networking è fondamentale: puoi fare anche la cosa più figa del mondo ma se non hai modo di farla conoscere non serve. Quindi partecipare a gruppi facebook, andare ad eventi del settore, stare in contatto con altri startupper, ecc., sono una delle cose da non sottovalutare mai. Ti potrebbe capitare di conoscere uno sconosciuto oggi e dopo un anno è il tuo più grande partner!
Non innamorarti della tua idea: se necessario dovrai modificarla e riadattarla alle esigenze del mercato o dei tuoi utenti. A volte anche in maniera consistente. A volte anche ripetutamente.

 

Intervista a La3TV.

Mangatar in numeri

Data di ideazione: fine 2010
Data di lancio: Ottobre 2011
Soci: 5
Dove è ubicata: Salerno
Viaggi da Salerno verso Milano: tanti